STORIA DI M.C.L.
M.C.L. è sorto come una risposta ad una crisi profonda che ha investito nel 1968-71 le ACLI; si è trattato di una crisi parallela a quella analoga di molti altri movimenti affini in Europa e in America Latina, crisi religiosa, dottrinale e pastorale, con diretti riflessi sociali, politici e sindacali. La minoranza interna si batté con tutte le sue forze, ma le “tecniche” usate per aggirarlo ne ostacolarono pesantemente l’azione.
La Chiesa cominciò a intervenire nel ’69 con un primo messaggio verbale del Card. Urbani, Presidente della CEI, cui fecero seguito altre lettere dello stesso cardinale, rimaste praticamente senza risposta.
Nel 1970 il Card. Poma, divenuto il nuovo presidente della CEI, inviò al presidente nazionale delle ACLI Gabaglio, una nuova lettera in cui richiedeva formalmente chiarimenti e impegni, considerato che l’atteggiamento del Movimento destava “diffuse preoccupazioni”.
Il 19 giugno 1971 il S. Padre “deplorava, pur lasciando piena libertà che la Direzione Nazionale delle ACLI avesse voluto mutare l’impegno statuario del Movimento e qualificarlo politicamente, scegliendo per di più una linea sociale, con le sue discutibili e pericolose implicazioni dottrinali e sociali” e aggiungeva che “il Movimento, che aveva goduto un così particolare interessamento da parte della chiesa, usciva così di sua iniziativa dall’ambito delle Associazioni” per le quali la Gerarchia accorda il suo “consenso”. Mentre avvenivano queste cose, in varie parti d’Italia la minoranza usciva a gruppi dalle ACLI, formando le LIBERE ACLI, il MOCLI, le FEDERACLI, che nell’assemblea dell’8 e 9 dicembre 1972 si unificavano dando vita al Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) i cui scopi, come recita l’art. 2 dello statuto sono:
a) studiare i problemi che interessano i lavoratori ricercandone le soluzioni alla luce dei principi sociali cristiani, per la promozione della classe lavoratrice;
b) perseguire un’azione di orientamento dell’opinione pubblica e di stimolo degli organi responsabili della vita del paese e di ogni altro organismo interessante il mondo dei lavoratori;
c) curare la formazione religiosa dei lavoratori;
d) realizzare una costante opera di formazione tra i lavoratori educandoli ed avvicinandoli alla piena partecipazione alla vita sociale affinché vi apportino un consapevole e determinante contributo;
e) tutelare i diritti delle famiglie dei lavoratori;
f) perfezionare le capacità tecniche e professionali dei lavoratori (E.F.A.L. – Ente Formazione Addestramento Lavoratori);
g) effettuare attraverso il Patronato S.I.A.S. (Servizio Italiano Assistenza Sociale) l’assistenza sociale e previdenziale dei lavoratori;
h) sviluppare attraverso i servizi, ogni iniziativa di carattere economico, cooperativistico, ricreativo (Entel-Ente Nazionale del tempo libero) che risponda alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.
MEMORIE DI UN PRESIDENTE
Nel 1969 in seguito alla decisione delle A.C.L.I. di fare la scelta socialista, al congresso di Vallombrosa, nell’Associazione c’era aria di rottura, di scissione.
Però nessuno prendeva l’iniziativa.
Una sera, convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione, quindi in fa l’assemblea e questa viene approvata.
Dopo qualche giorno il Prof. Peretti con altre 2-3 persone va a Milano e tiene una conferenza stampa dichiarando questa scissione.
E’ stato come un sasso gettato nello stagno e da quel momento altri circoli in tutta Italia si sono staccati, con altre sigle, per esempio noi eravamo le LIBERE ACLI, a Verona c’era il M.O.C.L.I, a Bologna le FEDERACLI.
Dopo 2 o 3 anni tutte queste sigle sono confluite nel M.C.L. e naturalmente anche noi abbiamo aderito.
Nel frattempo con molti sacrifici siamo riusciti ad aprire un nuovo Circolo con annesso il bar.
Avevamo oltre 120 iscritti e così si potè iniziare a fare attività, con riunioni e serate per gli iscritti, per esempio in occasione dei referendum sul divorzio, sull’aborto, sulla comunione dei beni, con sindacalisti e persone ferrate sull’argomento in discussione volta per volta.
In quegli anni si sono succeduti al Consiglio di Presidenza oltre a me, Giorgio Ceoletta, i vari Gaetano Peretti, Avesani Umberto, Leonida Degani, Alfonso Ceoletta, Lino Zampieri, Ilario Braggio, il maestro Armando Zanella, Pasquale Della Libera, Renato Zampieri, Giuseppe Murari, Mario Rossignoli, Alberto Arcangeli e Ferrari Andrea.
Siamo andati avanti fino al 1995-96 con il circolo, in Via Plebiscito (“dietro la fontana del Leone”) poi per necessità economiche, siamo stati costretti a chiuderlo. Sicuramente è stata una grossa perdita non avere più una nostra sede, ma grazie alla disponibilità dei Parroci, da don Angelo a don Giuliano, abbiamo continuato ad effettuare il tesseramento annuale presso il circolo N.O.I.
Inoltre negli ultimi anni all’interno del Consiglio sono venute a mancare improvvisamente, alcuni storici Consiglieri : Alberto Arcangeli e Pasquale Della Libera, che hanno lasciato un vuoto incolmabile.
Nella disgrazia c’è stata però la provvidenziale entrata di nuovi consiglieri, che hanno portato una ventata di aria nuova.
Questo ci ha permesso di continuare con alcune nostre iniziative come la consegna nel periodo di Natale di un contributo a Suor Rita Avesani per il sostentamento di un bambino nella sua Missione.
La festa del Primo Maggio sul Monte Ongarine, con la Santa Messa e il relativo rinfresco che offriamo, si svolge in ricordo della ristrutturazione della croce avvenuta nel 1969 ad opera delle allora A.C.L.I..
Le offerte che raccogliamo per l’iniziativa da sempre vengono devolute al gruppo della S. Vincenzo.
Ogni anno facciamo anche la nostra gita sociale.
All’uscita della Santa Messa di Natale, quest’anno abbiamo offerto pandoro e panettoni .
Faccio comunque un appello, affinchè qualcuno volonteroso venga a darci una mano, ora che l’età avanza.
Giorgio Ceoletta
RIFLESSIONI D’INIZIO ANNI OTTANTA
Breve riassunto delle considerazioni di M.C.L. esposte in occasione della festa della comunità di Avesa del 1981:
1 – M.C.L. è un movimento di impegno cristiano nel sociale in fedeltà al magistero della chiesa e alle indicazioni del Papa e dei Vescovi
2 – Per essere testimoni ci siamo impegnati a fare due cose:
– istruzione religiosa partecipando alla catechesi comunitaria per gli adulti
– studio del magistero sociale della chiesa nei nostri incontri mensili
3 – l’impegno formativo serve non solo a preparare noi stessi ma a fare anche un servizio alla comunità offrendo a tutti la possibilità di apprendere l’insegnamento della Chiesa in campo sociale a sostegno di quanti vogliono fare presenza cristiana nel posto di lavoro.
4 – sembra importante che questo servizio sia diretto soprattutto ai giovani che dopo la catechesi in parrocchia devono pure cominciare a interessarsi dei problemi del mondo d’oggi.
5 – La comunità parrocchiale deve sentire anche questa necessità, deve cercare un rapporto più stretto tra l’ecclesiale e il sociale incontrandosi spesso per valutare le presenti situazioni sociali alla luce del Vangelo.
6 – Per un giovane lavoratore non è sufficiente frequentare solo il catechismo. Sono necessari incontri particolari sui problemi sociali perché ci si trova davanti a tanti nuovi problemi pratici. Il catechismo afferma dei principi ma per tradurli nella vita di ogni giorno ci vorrebbe un gruppo di amici che discutessero insieme come mettere in pratica queste idee perché a volte è difficile dare una testimonianza cristiana sul proprio posto di lavoro senza essere preparati.
7 – Ho provato a frequentare qualcuno degli incontri mensili organizzati da M.C.L. per approfondire la dottrina sociale della Chiesa e posso dire che mi sono serviti a qualcosa e mi auguro che il prossimo anno ci siano assieme a me altri giovani desiderosi di dare una testimonianza cristiana sia nella comunità che al posto di lavoro.
RIFLESSIONI DI FINE ANNI OTTANTA
Nato il giorno 8 dicembre 1972 a Roma.
In quell’occasione il Papa, durante la pubblica udienza in S. Pietro, si rivolse ai dirigenti del nuovo movimento e pronunciò parole d’incitamento.
Un affetto che Paolo VI conserverà fino al giorno della sua morte e del quale si è fatto poi continuatore Giovanni Paolo II con il discorso pronunciato il 18 dicembre 1982 nel decennale dell’Associazione.
Ad Avesa M.C.L. da inizio alla sua attività nel luglio 1973.
– PERCHE’ VI SENTITE IMPEGNATI NEL SERVIZIO CHE SVOLGETE?
Per portare nel mondo del lavoro e nelle società la “Cultura della Solidarietà” che vede al centro di tutto l’UOMO. Come Cristo è venuto a salvare l’uomo, così la Chiesa ne continua l’opera attraverso anche i lavoratori cristiani impegnati nelle associazioni a carattere sociale come il Movimento Cristiano Lavoratori.
– IN CHE MODO PENSATE DI TESTIMONIARE IL VOSTRO ESSERE CRISTIANI?
Partecipando attivamente alla vita della Comunità Ecclesiale con gesti di autentica carità e di servizio verso tutti, ma soprattutto verso i più deboli ed emarginati,. Dalla nostra formazione e dalla nostra continua riflessione sulla Dottrina Sociale della Chiesa ci deriva l’impegno alla testimonianza cristiana negli ambienti di lavoro e dei rapporti sociali.
– QUALI INTERVENTI CONCRETI VENGONO SVOLTI DALLA VOSTRA ASSOCIAZIONE?
Il nostro Movimento offre in modo abbastanza costante a tutti i soci e ad altri che lo desiderino degli incontri di formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa e sulle Encicliche dei Papi, questi incontri si tengono annualmente in sede.
Si svolgono anche Servizi di Patronato, Convegni Provinciali, regionali e nazionali, aiuti a studenti con corsi di lingue straniere e iniziative per il tempo libero.
CONSIDERAZIONI FINALI (del 1987 ma sempre attuali…)
Appare evidente lo spazio e le responsabilità riservate al Movimento in un momento di crisi così delicata che il nostro paese sta attraversando, crisi che non è soltanto di carattere politico ed economico, ma prima ancora è una crisi di credibilità nelle istituzioni democratiche, una crisi dei valori morali, una crisi di galoppante scadimento culturale.
I primi a pagare le conseguenze di questa situazione sono certamente i lavoratori e soprattutto i giovani, spesso involontarie vittime di un clima di violenza senza precedenti e di strumentalizzazioni politiche che anziché contribuire al rafforzamento delle loro coscienze, generano una psicosi di scetticismo e una contestazione sistematica anche nei confronti di quei valori che dovrebbero essere considerati irrinunciabili per ogni uomo.
È proprio al recupero di tali valori che il nostro Movimento si sente impegnato attraverso uno sforzo che, partendo da un approfondimento culturale, giunge a valide e moderne metodologie e scelte operative finalizzate al benessere materiale dei lavoratori ed alla loro promozione umana, mete che costituiscono la ragion d’essere del nostro impegno cristiano.